Non pensavo che avrei vissuto un periodo che passerà (?) alla storia, se sopravviveremo come civiltà e come specie, chissà quante testimonianze troveranno gli storici tra 50 o 100 anni non solo dalle fonti ufficiali ma magari spulciando tra i vari server ed i vari blog. Quello che mi va di iniziare a segnare è quanto la natura se ne fotta del nostro destino: fuori è primavera inoltrata nonostante oggi sia solo il 20 marzo (2020, l’anno del SARS-CoV2), gli alberi fioriscono, i prati iniziano ad essere rigogliosi (a proposito nel fine settimana dovrò mettere mano al tagliaerba), gli uccelli cinguettano e iniziano i loro rituali di amore… solo noi siamo assenti: strade abbastanza deserte, poche persone a fare quatto passi (ancora per poco), e tutti gli altri in casa.. desolante, deprimente, eppure le stelle brillano in cielo, non vedo lacrime dal paradiso, questa volta persino le religioni ufficiali si devono piegare al volere dello stato sanitarizzato: niente processioni di manzoniana memoria, niente messe, niente funerali o matrimoni, e l’incertezza: passerà? torneremo quelli di prima? la scamperò? ieri un collega poco più anziano di me è morto di infarto andando a correre: ironia del destino considerando che corridori e camminatori stanno per essere categorizzati come i nuovi untori, io stesso per fare qualche camminata mi camuffo da persona che va a lavorare (ma con scarpe da ginnastica per fare un po’ di moto e risparmiare benzina, sa agente…) già che schifo…